Cristiana Antonelli

Vedi tutti i suoi post
Vedi tutti

Ultime recensioni inserite

Tutti i racconti (1940-1962) - Bernard Malamud

«Ho scoperto uno scrittore di racconti che è il migliore in assoluto, migliore anche di me. Corri in biblioteca e prendi un libro di Bernard Malamud che si intitola Il barile magico» - Flannery O’Connor
Curiosando tra gli scaffali in biblioteca, è stata questo apprezzamento della O'Connor che mi ha fatto brillare gli occhi e prendere all'istante questo libro. Sono quasi quattrocento pagine di racconti. Pensavo avrei trovato la lettura faticosa e dispersiva, ma ho deciso di fidarmi. Andando a pagina 171, ho iniziato a leggere proprio Il barile magico. E dalle prime pagine si è rivelata una lettura meravigliosa... Malamud scrive divinamente! Nella mia piccola esperienza, fino ad adesso forse non ho mai letto qualcosa scritto così bene. La sua scrittura è chiara, non banale, equilibrata, non descrive minuziosamente ogni singola immagine, ma allo stesso tempo non dimentica alcuna sensazione, nessuno sguardo o pensiero. Lascia trapelare l'anima delle persone, la vita di individui costretti a un'esistenza precaria, dalle speranze opache e serenità silenziose, che non possono permettersi di cantare vittoria mai. Perché le difficoltà sono sempre dietro l'angolo. Sono le storie di persone che cercano di sopravvivere come meglio è possibile, che il più delle volte scelgono di rimanere fedeli a se stessi, al loro lavoro e a ciò che li ha fatti arrivare fin lì, senza andare in contro alla soluzione più ovvia e semplice, che magari comporterebbe dei cambiamenti troppo grandi da poter essere fronteggiati.
I racconti che più mi hanno colpito sono: in primis, Ora tutto è cambiato e Pioggia di primavera, poi Spettacolo di beneficenza, La vita letteraria di Laban Goldman, I primi sette anni, Confessione d'omicidio, Lamento funebre, Le scuse.

Olive Kitteridge - Elizabeth Strout

Olive Kitteridge ha, in apparenza, tutto quello che fa di lei una donna forte. Crede ciecamente di esserlo, impone a se stessa di essere invincibile, una roccia indeformabile. È difficile per chi la circonda accoglierla serenamente nella propria esistenza. Olive non è solo una comparsa nelle vite degli altri, i quali non possono ricordare di aver salutato per caso Olive per strada: Olive passa e lascia un segno, le sue parole rimangono. Le sue risposte sono secche, dure, realistiche, come se non ci fosse altro al di fuori della nuda e cruda realtà, come se la vita fosse soltanto una macchina. Sono sciocchi gli altri a illudersi che non lo sia. Si nasce, si vive, si muore. Si hanno sentimenti perché si deve averne, la natura umana li prevede. Questi non nascono spontaneamente, ci sono e basta. Ci si sposa, si fanno figli. Funziona (meccanicamente) così.
Lei crede nel culto del “non chiedere scusa”, del non retrocedere, del non dimostrarsi debole, non bisogna esserlo mai. Non deve avere rimorsi perché per vivere bene non bisogna averne.
Appannata dall'ego, comprende solo il suo punto di vista, non riesce (perché probabilmente non vuole) ad andare al di là del suo naso quel poco che basterebbe per scoprire che alle sue azioni corrispondono reazioni uguali e contrarie. Una serie di eventi la indurranno a sospettare che forse la vita che sta portando avanti non è solo la sua, forse c’è qualcuno che riflette, che soffre per le sue azioni. Tuttavia non attribuisce il dolore degli altri a un cuore spezzato, al logoramento interiore, a un animo distrutto a causa sua. Nella vita si soffre. È normale. Soffrono tutti. Ma questo è sempre il suo punto di vista, non la verità.
Ormai superati i settanta anni, riuscirà a rimediare? Riuscirà a capire?
Io ho venti anni e ho letto questo libro in un periodo in cui sto riflettendo proprio su questo. Olive Kitteridge sono io. Ed è triste. L’esistenza di Olive Kitteridge è triste.

Vedi tutti

Ultimi post inseriti nel Forum

Nessun post ancora inserito nel Forum

I miei scaffali

Le mie ricerche salvate

Non vi sono ricerche pubbliche salvate