Abstract: Circola in questo breve romanzo di Carlo Lucarelli una leggerezza rara, una gioia di narrare, una sorta di allegra malizia. Entriamo con una naturalezza che ci sorprende in un mondo sconosciuto eppure subito familiare, la Colonia Eritrea: e impariamo a vedere noi stessi, i t'Iiàn, gli italiani, i "so tutto io", cullu ba'llè, quelli cui piace "di averle pensate loro, le cose", con gli occhi di un personaggio che non vorremmo lasciare più: il carabiniere indigeno Ogbà, unito da un patto più fraterno che di disciplina con il capitano Colaprico. A ogni colpo di scena, e sono tanti, a ogni parziale verità subito caduta, i due anziché deprimersi trovano nel loro rapporto una ragione per continuare, tra bellissime dame che sembrano assorbire sensualità e sprezzatura dall'aria stessa che respirano, ambigue creature del male, monelle prostitute, geologi che forse non sono geologi, furieri furfanti, camerieri magrissimi, e una vera festa di lingue e dialetti nella cornice dello sfavillante, modernissimo, Albergo Italia. Il più elegante, e anche l'unico, di Asmara, Eritrea, Italia. Che viene inaugurato, ovvio, con un cadavere di faccendiere neanche tanto impiccato, a guardar bene. Quel tanto che basta per iniziare una storia.
Titolo e contributi: Albergo Italia / Carlo Lucarelli
Pubblicazione: Torino : Einaudi, 2014
Descrizione fisica: 122 p. ; 20 cm
Serie: Einaudi. Stile libero big
EAN: 9788806220365
Data:2014
Lingua: Italiano (lingua del testo, colonna sonora, ecc.)
Paese: Italia
Sono presenti 14 copie, di cui 0 in prestito.
Biblioteca | Collocazione | Inventario | Stato | Prestabilità | Rientra |
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Pontedera, Giovanni Gronchi | GIALLO 853 LUC alb | 0010-46366 | Su scaffale | Disponibile | |
San Miniato, Mario Luzi | NAD 853.91 LUC ALB | SM038-53156 | Su scaffale | Disponibile | |
Ponsacco | 853.914 LUC 15 | 0110-14920 | Su scaffale | Disponibile | |
Vicopisano | 853 LUC 20 | 0030-21608 | Su scaffale | Disponibile | |
Vecchiano | 853.914 LUC .C 6 | 0170-10024 | Su scaffale | Disponibile | |
Pontedera, Ospedale Lotti | 800 LUC 9 | 0310 -4173 | Su scaffale | Non disponibile | |
Santa Maria a Monte | 853.914 LUC 20 | 0100-16399 | Su scaffale | Disponibile | |
Calcinaia | 853.9 LUC CAL | 0120-14910 | Su scaffale | Disponibile | |
Cascina | 853.9 LUC | 0020-21045 | Su scaffale | Prestito locale | |
Terricciola | 853.914 LUC | 0220-9453 | Su scaffale | Disponibile | |
Santa Luce | 853.9 LUCAC | 0330-1678 | Su scaffale | Disponibile | |
Volterra | 808.838 72 LUC | 0150-16246 | Su scaffale | Disponibile | |
Pisa SMS | Archivio 850 LUCA alb | 0250-73181 | Su scaffale | Disponibile | |
Chianni | 853.914 LUC | 0130-6281 | Su scaffale | Disponibile |
Ultime recensioni inserite
Soffia il vento bollente del deserto su questo romanzo breve di Carlo Lucarelli.
La trama, letta in fretta sulla quarta di copertina, sembra proprio adatta per la stagione (strana stagione, ma pur sempre primavera)...
Si tratta di un giallo storico, insolito per argomento ed ambientazione. Lo sfondo è l’Africa orientale nel corso del periodo coloniale. La dominazione italiana dell’Eritrea alla fine dell’ottocento, è una parte della nostra storia non molto conosciuta e piuttosto interessante. Un sogno di grandezza a imitazione delle altre potenze europee dell’epoca, in cui l’Italia si cimentò con spavalda sicurezza e mezzi inadeguati, naufragato lentamente e indecorosamente.
L’argomento è caro a Lucarelli, che lo ha già trattato, nel suo precedente, corposo romanzo "L’ottava vibrazione", di cui questo racconto raccoglie e rimescola alcuni elementi.
Siamo nel 1899, la storia si svolge tra Massaua e Asmara, i personaggi si muovono come sospesi in un’atmosfera lenta, dilatata, ora sfiniti dalla canicola di Massaua, ora storditi dall’ubriacatura dell’aria rarefatta dell’altipiano di Asmara, dove sorge, opulento ed esagerato, lo sfavillante "Albergo Italia", deputato a celebrare la grandezza italica nella colonia.
Politici, imprenditori, dame dell’alta società, soggiornano nel lussuoso hotel, che però ospita anche oscuri e ambigui figuri, come il faccendiere Antonio Farandola, trovato impiccato nella sua camera proprio a poche ore dall’inaugurazione della sfarzosa struttura.
Subito, sul posto, accorrono il capitano Colaprico, al comando della Compagnia Carabinieri Reali, appena insediatasi ad Asmara e il suo assistente locale, il carabiniere eritreo (zaptiè) Ogbà.
Colaprico, trasferito in Africa dalla Sicilia dopo una frettolosa e sospetta promozione proprio nel bel mezzo delle sue indagini sulla morte del marchese Notarbartolo che "…avevano coinvolto questa cosa chiamata maffia", conosce bene gli intrighi e non si lascia persuadere nemmeno per un istante da questo curioso suicidio.
Ogbà, avvezzo a destreggiarsi con furbizia e sensibilità tra i “t’lian”, i "so tutto io" ( cullu ba’llè), riesce ad entrare nell’indagine, contribuendo a risolvere il caso con rapidità e acume, ritagliandosi nel romanzo un ruolo determinante.
Strana coppia di investigatori Colaprico e Ogbà, che in un crescendo di intuizioni e colpi di scena risolverà il caso, che sembra lambire persino alcune alte cariche del Regno d’Italia (boh, cronache di un tempo che torna!).
A dire il vero i primi capitoli potrebbero sembrare abbastanza pesanti (per essere un romanzo breve), la lingua eritrea parlata nella colonia, benché conferisse alle pagine un sapore esotico, pare rendere faticoso seguire la vicenda.
I pensieri dei personaggi che popolano la colonia (indigeni, ma anche italiani), sono inframmezzati da termini in questa lingua e da espressioni rese in vari dialetti italiani, probabilmente affinché riusciamo a calarci nello spirito che animava questo microcosmo sperduto in terra d’Africa, dove lingue e dialetti si confondevano in un carnevale di personaggi e situazioni.
Andando avanti le pagine diventano sempre più lievi e la storia più coinvolgente (forse perché abbiamo memorizzato le parole più usate).
Piace molto il modo in cui l’autore ha scelto di caratterizzare i personaggi del romanzo: il fascino lontano e selvaggio del fiero popolo eritreo, la prosopopea degli italiani, dominatori per caso e per poco, ma anche la sgualcita presenza dei semplici soldati della colonia, in un Paese inospitale e remoto.
Tra tutti colpisce Ualla, la ragazza indigena "monella, più che prostituta" che vive con leggerezza anche le situazioni più al limite e il capofuriere Russo, con il suo strascicato accento partenopeo e la tranquilla, incosciente naturalezza con cui affronta anche le situazioni più rischiose e sfuggenti. Sembrano le due facce di una stessa medaglia, i due aspetti di un saper vivere alla giornata, scanzonato e leggero, adatto a tutte le latitudini (indicativo il verbale della deposizione di Russo in merito all’omicidio).
Margherita, la sensuale e misteriosa avventuriera di cui Colaprico s’invaghisce, porta con sé l’alone di una femminilità antica, trascorsa, perduta, con il suo profumo d’acqua di rose, il suo fruscio di sete, la pelle diafana. Forse è un personaggio un po’ stereotipato, ma comunque intrigante.
Bella l’immagine di Debaroà, la terra che Ogbà ha dovuto abbandonare perché infruttuosa e che ne attrae intensamente i pensieri non appena vi fa ritorno ("…guardava la discesa che scivolava giù irsuta e dura come la schiena di un animale, i cespugli radi come ciuffi di pelo, i sassi bianchi come ossa, fino alla spianata in fondo, con l’albero avvinghiato al terreno, le radici piantate nella polvere come le dita di una mano aperta").
Al di là dell’epilogo, la conclusione, in cui lasciamo l’immagine del capitano Colaprico dissolversi in una scena seppiata, sfumata e sospesa, risulta poetica e suggestiva, proprio adatta al resto della storia.
Sui profili social dell’autore c’è una magnifica immagine d’epoca della rada di Massaua, dove piace immaginare il Capitano Colaprico che osserva, immoto, il piroscafo che si allontana, portando via per sempre la bella Margherita.
Carlo Lucarelli, affermato scrittore di letteratura gialla e noir, vive tra Mordano (BO) e San Marino.
Il suo percorso narrativo va dai racconti brevi sparsi nelle varie antologie del Gruppo 13 (di cui fa parte) alla trilogia giallo-storica con il commissario De Luca pubblicata dalla Sellerio ("Carta bianca", "L'estate torbida" e "Via delle Oche"). Dopo "Almost blue" (1997), "Il giorno del lupo" (1998 e 2008), "L'isola dell'Angelo caduto" (1999, Finalista al Premio Bancarella 2000), "Mistero in blu" (1999 e 2008), "Guernica" (2000) e "Lupo mannaro" (2001), tra i suoi libri pubblicati da Einaudi Stile libero ci sono il romanzo "Un giorno dopo l'altro" (2000 e 2008) e i racconti di "Il lato sinistro del cuore" (2003); poi "Misteri d'Italia" (2002), "Nuovi misteri d'Italia" (2004), "La mattanza" (2004) e "Piazza Fontana" (2007), gli ultimi due con allegati i dvd del ciclo televisivo "Blu notte".
Insieme a Eraldo Baldini e Giampiero Rigosi ha scritto "Medical thriller" (2002), mentre suoi racconti sono inseriti nelle antologie "Crimini" (2005) e "Crimini italiani" (2008). Nel 2008, Einaudi ha pubblicato il suo ultimo romanzo, "L'ottava vibrazione", e "Storie di bande criminali, di mafie e di persone oneste".
Nel 2010 è uscito "I veleni del crimine" e "Acqua in bocca" (scritto a quattro mani con Andrea Camilleri). Nel 2013 è uscito "Il sogno di volare" (Einaudi Stile Libero). Nel 2018 è uscito il saggio "Amok". "Le stragi dell'odio", scirtto insieme a Massimo Picozzi.
L'opera di Lucarelli è tradotta in piú lingue (anche per la prestigiosa Série noir della Gallimard in Francia) ed è oggetto di versioni cinematografiche e televisive, tra cui la serie "L'ispettore Coliandro" e il ciclo dedicato al commissario De Luca. Da un suo racconto ("La Tenda Nera in Nero Italiano", Mondadori) è stato tratto uno sceneggiato televisivo con Luca Barbareschi e dal suo romanzo "Almost Blue" Alex Infascelli ha tratto il film omonimo. Inoltre ha collaborato con Dario Argento per il suo ultimo film "Nonhosonno".
Il suo libro "Lupo Mannaro" è diventato un film di Antonio Tibaldi con sceneggiatura sua e di Laura Paolucci. Sono pronte le sceneggiature e sono stati acquistati i diritti anche di diverse sue opere.
Conduce da alcuni anni in Tv "Mistero Blu", intitolata successivamente "Blu notte", la fortunata trasmissione dedicata a casi misteriosi e insoluti, o ad aspetti in ombra della storia italiana. Per questo programma ha ricevuto il Premio Flaiano nel 2006.
Membro della sezione italiana dell’AIEP (Associazion Internazional Escritor de Poliziaco, fondata a Cuba da Paco Ignatio Taibo II) è stato docente di scrittura creativa alla Scuola Holden di Alessandro Baricco a Torino e nel carcere "Due Palazzi" di Padova. Ha creato e curato la rivista telematica "Incubatoio 16".
Ha sceneggiato il radiodramma Radio "Bellablù" per RadioTre e condotto il programma Radio "DeeGiallo" per Radio DJ. Tra le sue numerose altre attività: scrive sceneggiature di fumetti e soggetti per videoclip (anche per Vasco Rossi, con la regia di Roman Polansky), canta per diletto talvolta con il gruppo post-punk Progetto K. Per il teatro ricordiamo alcuni spettacoli tratti da sue opere o portati in palcoscenico da lui stesso: "Pasolini", "Guernica", "Tenco a tempo di tango".
È uscita nel 2014 una raccolta di racconti gialli dal titolo "Giochi criminali" dove il suo testo "A girl like you" appare accanto a quelli di De Giovanni, De Silva e De Cataldo. Nel 2017 in "Intrigo italiano" ritorna sulla scena il Commissario De Luca, protagonista della fortunata trilogia pubblicata da Sellerio nei primi anni '90.
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