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Resto qui
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Balzano, Marco

Resto qui

Torino : Einaudi, 2018

Abstract: L'acqua ha sommerso ogni cosa: solo la punta del campanile emerge dal lago. Sul fondale si trovano i resti del paese di Curon. Siamo in Sudtirolo, terra di confini e di lacerazioni: un posto in cui nemmeno la lingua materna è qualcosa che ti appartiene fino in fondo. Quando Mussolini mette al bando il tedesco e perfino i nomi sulle lapidi vengono cambiati, allora, per non perdere la propria identità, non resta che provare a raccontare. Trina è una giovane madre che alla ferita della collettività somma la propria: invoca di continuo il nome della figlia, scomparsa senza lasciare traccia. Da allora non ha mai smesso di aspettarla, di scriverle, nella speranza che le parole gliela possano restituire. Finché la guerra viene a bussare alla porta di casa, e Trina segue il marito disertore sulle montagne, dove entrambi imparano a convivere con la morte. Poi il lungo dopoguerra, che non porta nessuna pace. E così, mentre il lettore segue la storia di questa famiglia e vorrebbe tendere la mano a Trina, all'improvviso si ritrova precipitato a osservare, un giorno dopo l'altro, la costruzione della diga che inonderà le case e le strade, i dolori e le illusioni, la ribellione e la solitudine. Una storia civile e attualissima, che cattura fin dalla prima pagina.

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Davide Ricci
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Nessuno sceglie la terra dove nascere, il primo colore su cui posare gli occhi - se sarà il blu del mare, il bianco della neve o il verde del bosco - o con quale lingua pronunciare le prime parole. Non c’è scelta, non c’è colpa. Eppure, nella piccola comunità altoatesina di Curon, nella prima metà del secolo scorso, l’italiano e il tedesco si sono trasformati in barriere invalicabili, marchi di razza, dichiarazioni di guerra.
Le parole sono diventate colpe.

Nati austriaci e cresciuti imparando il tedesco, gli abitanti di Curon si sono ritrovati infine italiani. E, all'improvviso, nella loro valle di confine dove il tempo sembrava scorrere immutabile da secoli, scandito dai ritmi delle stagioni e del lavoro agricolo, entra con violenza il potere. A dare un nuovo nome alle loro montagne e persino ai loro morti, a imporre parole sconosciute, a trasformarli in cittadini di Serie B, esclusi dal lavoro e dalle cariche pubbliche.

Tutto quello che desiderano è abitare il proprio paese, coltivare i propri campi, continuare a essere quello che sono sempre stati e in cui si riconoscono. Invece la storia li costringerà a scegliere. Prima Hitler, con “la grande opzione”: andarsene nel Reich o restare alle condizioni del fascismo? Poi l’Italia, nel dopoguerra, con la costruzione di una grande diga destinata a cementificare la valle e sommergere d’acqua gli antichi borghi: andarsene con un risarcimento o restare in nuovi villaggi ricostruiti?

Marco Balzano affida a una donna, Trina, il compito di raccontare in prima persona la storia di questa valle attraverso quella più intima e personale della propria famiglia. È grazie a questa scelta che il romanzo, pur basandosi su una vicenda storica drammatica, non scade mai nella retorica o nel documentarismo, perché sempre permeato da una donna forte e concreta, dalla voce schietta ed essenziale, che sa però farsi anche intensa ed emotiva perché quella terra, per lei, significa ricordo e identità, persone amate e vita vissuta.

Trina è stata tradita dalle parole. Il tedesco e l’italiano, che avrebbe voluto insegnare come maestra, e che invece si sono trasformati in armi e conflitto. Le inutili lettere e gli articoli inviati a istituzioni e giornali per cercare di difendere il paese dal sopruso industriale. Ma proprio quelle parole impotenti sanno ora, con questo romanzo, trovare la forza e la poesia per rendere immortale la storia in un racconto emozionante, che sa di montagna e di resistenza.

Una lettura avvincente e commovente, per vivere da vicino l’amore per un luogo, per ricordare un episodio controverso del nostro passato, o, semplicemente, per regalarsi alcuni momenti intensi grazie a una scrittura che non si può far altro che definire splendida.

Una madre che scrive a cuore aperto alla propria figlia, un padre che non riconosce più il figlio, un prete che prega, ma al momento giusto si arma, anche.

Buona lettura.

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