Abstract: Serena, casalinga ultraindaffarata di un borgo vicino a Pisa, si imbatte casualmente in un cadavere. È quello del professor Caroselli, ottimo musicista e rigoroso insegnante nella scuola locale gestita dalle suore. Serena ha una solida formazione da chimica e un buon lavoro, ma ha scelto di licenziarsi stanca della discriminazione maschilista. Ma la sua identità non si esaurisce nel ruolo di madre di famiglia. Inoltre, la multitasking mamma di due figli e moglie di un distratto scienziato possiede quello che lei chiama «superpotere», un olfatto formidabile e professionalmente coltivato che le consente di distinguere perfino i singoli componenti chimici delle sostanze. Il passaggio da testimone in un caso di omicidio a investigatrice è così inevitabile. L'inchiesta ufficiale è invece condotta da Corinna Stelea, sovrintendente di polizia alta quanto un giocatore di pallacanestro. La coppia indirizza i sospetti verso i traffici del convento che gestisce la scuola. Molti pettegolezzi accompagnano l'indagine e molti segreti saranno svelati. Ma la soluzione sarà la più triste. Serena Martini e Corinna Stelea, i due nuovi personaggi creati dalla collaborazione di un affermato scrittore con una quasi esordiente, ma soprattutto dalla fusione di un punto di vista maschile e uno femminile, hanno giornate così complicate e vere che le loro più banali vicende quotidiane rischiano ogni momento di precipitare nell'acrobatico, nel paradosso, nell'avventura. Come già nella serie del BarLume, è l'affermazione del lato umoristico, o benevolmente assurdo, della vita che introduce nel poliziesco l'elemento comico, a cui in questo romanzo si aggiunge la capacità di rappresentare la sensibilità femminile.
Titolo e contributi: Chi si ferma è perduto / Marco Malvaldi, Samantha Bruzzone
Pubblicazione: Palermo : Sellerio, 2022
Descrizione fisica: 343 p. ; 17 cm
ISBN: 8838943729
Data:2022
Lingua: Italiano (lingua del testo, colonna sonora, ecc.)
Paese: Italia
Sono presenti 21 copie, di cui 20 in prestito.
Biblioteca | Collocazione | Inventario | Stato | Prestabilità | Rientra |
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San Miniato, Mario Luzi | NAD 853.92 MAL/MA CHI | SM038-64731 | In prestito | ||
Lari | na 853.92 AML 14 | 0070-17348 | In prestito | 21/04/2023 | |
Vicopisano | 853 MAL 20 | 0030-30077 | In prestito | 10/03/2023 | |
Pisa SMS | 850 MALV chi | 0250-86114 | In prestito | 11/04/2023 | |
Fauglia | 853 MAL CHI | 0860-11276 | In prestito | 01/04/2023 | |
Cascina | 853.92 MAL | 0020-33011 | In prestito | 21/04/2023 | |
Pisa SMS | 850 MALV chi 1 | 0250-86618 | In prestito | 17/04/2023 | |
San Giuliano Terme | 853 MAL 16 | 0040-28117 | In prestito | 16/04/2023 | |
Santa Maria a Monte | 853.92 MAL chi | 0100-21921 | In prestito | ||
Calcinaia | 853.9 MAL CAL | 0120-22429 | In prestito | 22/03/2023 | |
Cascina | 853.92 MAL | 0020-33049 | In prestito | 19/04/2023 | |
Pontedera, Giovanni Gronchi | NARRATIVA 853 MAL chi | 0010-86388 | In prestito | 15/04/2023 | |
Calcinaia | Fornacette 853.9 MAL FOR | 0120-22471 | In prestito | 17/04/2023 | |
Montopoli in Val d'Arno | 853.92 MAL | 0180-26079 | In prestito | 07/04/2023 | |
Ponsacco | 853.92 MAL CHI | 0110-23806 | In prestito | 24/04/2023 | |
Peccioli, Fonte Mazzola | G 853.92 MAL | 0210-10371 | In prestito | 15/04/2023 | |
Crespina | Narrativa adulti 853.92 MAL 9 | 0090-407986 | In prestito | ||
Casciana Terme | 853 MALV 17 | 0080-11664 | In prestito | 10/04/2023 | |
Peccioli, Fonte Mazzola | G 853.92 MAL | 0210-10404 | In prestito | ||
Ponsacco | 853.92 MAL CHI | 0110-24006 | In prestito | 20/03/2023 | |
Pontedera, BiblioCoop | 800 MAL 9 | 0320-3306 | In prestito |
Ultime recensioni inserite
Chi si ferma è perduto, pubblicato da Sellerio, è il nuovo libro scritto a quattro mani da Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone: non è un giallo nell’accezione classica del termine, ma è un giallo che fa ridere, e in modo parecchio intelligente.
Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone sono due scrittori, chimici e fini umoristi, e la loro anti-eroina Serena Martini è impastata di ironia, multitasking e fiuto per il mistero: una donna affaccendata, un personaggio sfaccettato e tridimensionale. La trama racconta la realtà dei paesi toscani, la logica dei piccoli borghi e le loro piccole leggi interne, e lo fa con un linguaggio colloquiale ed effervescente, gustoso e ironico.
Lo sfondo in cui si muove Serena Martini è un paese della Toscana, in cui tutti sanno tutto di tutti, in cui si sviluppano amicizie dopo aver accompagnato i figli a scuola e in cui si possono fare scoperte sconvolgenti, tra una sessione di jogging e l’altra.
Non è la prima volta che Malvaldi e Bruzzone scrivono insieme: i due, coppia anche nella vita reale, sono un prolifico duo. Hanno firmato anche un libro per ragazzi, Chiusi fuori (Mondadori Ragazzi), e in queste settimane anche il saggio La molla e il cellulare – Che differenza c’è tra una scoperta e un’invenzione? (Raffaello Cortina Editore), che affronta il tema delle scoperte e delle invenzioni in maniera fresca e dinamica.
Di questo, e di tanto altro, abbiamo parlato proprio con loro: ascoltare le risposte dalla loro viva voce è stata un’esperienza istruttiva e divertente.
“Ero vestita da gita della parrocchia in montagna, avevo i capelli legati col leghino del pancarrè”; “se metto i bambini a tavola i bambini con prosciutto e mozzarella rischio una denuncia per maltrattamenti”; e infine “sono una di voi”, rivolgendosi al lettore. Serena Martini, più che un’eroina del giallo, sembra un’anti-eroina, familiare, verace e alla portata di mano. Come avete costruito e caratterizzato la protagonista di Chi si ferma è perduto, e com’è nata l’ispirazione?
(Bruzzone): “Serena vive da diversi anni nella nostra testa, piano piano è cresciuta e cambiata, e ci siamo ispirati a ciò che vediamo tutti i giorni: ho scelto di ispirarmi in primis alle amiche, alle avventure e alle disavventure che ci raccontano. Siccome anche noi viviamo in un paese, spesso ci capita di incontrare le vicine e le amiche, che sono sempre di corsa, prese da mille piccole faccende: sono talmente prese che hanno sempre meno tempo da dedicare a se stesse. Il paese induce a questa trascuratezza: magari sei in casa e stai facendo qualcosa o sei in smart working, e devi scappare per prendere i bimbi a scuola, corri, vai, scappi, però poi ti ricordi che il marito torna con il treno e di corsa vai a raccoglierlo, è tutto un affastellarsi di piccolezze, e alla fine ti metti il leghino del pancarrè per legarti i capelli. O li porti corti come me…”.
Siete una coppia anche nella vita privata. Come è stata la fase di editing di Chi si ferma è perduto? Ora che siete usciti allo scoperto, continuerete a firmare insieme?
(Malvaldi): “Probabilmente sì, lavorare a quattro mani per noi è qualcosa di molto lineare perché, volendo usare una terminologia cinematografica, Samantha si occupa della storia (soggetto e sceneggiatura), mentre io della regia e del montaggio. Quindi, la parte di scrittura propriamente detta tocca a me, mentre lei costruisce la storia: io scelgo i personaggi e li descrivo, mentre lei sceglie le motivazioni e le dinamiche. Certo, ne firmeremo altri a doppio nome, non quelli della serie dei delitti del BarLume”.
(Bruzzone): “Quando si lavora a quattro mani, un po’ si litiga e un po’ ci si diverte: essendo sposati, è anche un qualcosa che rende molto meno noioso il matrimonio”.
Chi si ferma è perduto è soprattutto un romanzo di odori, descritti con perizia chirurgica: “odore di camera di adolescenti”, “odore di piedi sudati”…
(Malvaldi): “Noi siamo chimici, e gli odori sono fondamentali: sappiamo che essi sono legati a molecole, ed è una sensazione molto sincera. L’olfatto è un senso difficile da educare, ma anche obiettivo. Abbiamo cercato di usare la nostra esperienza chimica, unendola anche a un po’ di studio. Ci siamo serviti di vari saggi, libri e articoli scientifici, abbiamo tentato di dare una plausibilità a ciò che raccontavamo, per non scrivere cose che sapevamo potessero essere false. Consigliamo Sensi chimici di Silvano Fuso e Il senso perfetto di Anna D’Errico”.
Si parla della comunità chiusa di Ponte San Giacomo, quasi come un recinto in cui i “forestieri” non possono entrare. A quale tipo di comunità o dinamica paesana vi siete ispirati?
(Bruzzone): “Noi viviamo in un piccolo paese: fino all’anno scorso eravamo a Vecchiano, ora a San Giuliano Terme, che sono molto vicini e che si trovano tra Pisa e Lucca. All’inizio eravamo forestieri, i ‘piovuti’, quelli capitati lì per caso: non avevamo conoscenza dei luoghi né delle persone e non capivamo le relazioni tra gli autoctoni. Per fortuna in generale il toscano è curioso ed è anche disposto ad accoglierti, ma dopo un po’. All’inizio sei quello strano, per il semplice fatto che, per esempio, non fai la spesa al consorzio agrario, ma al supermercato”.
(Malvaldi): “Andare al supermercato è un errore clamoroso se abiti in paese, è un’abitudine da turista! Devi capire il codice di comportamento e i ruoli sociali, nel paese di prima c’era una signora che era indicata come la moglie del prete. I ruoli del paese non sono dati tanto dall’attività lavorativa, quanto dall’unicità: è l’unicità a renderti importante”.
Non manca anche una velata critica al mondo scolastico e a ciò che gli orbita intorno (genitori, invadenza, gruppi Whatsapp…).
(Bruzzone): “Sì, è così. Più che al mondo scolastico, a certi comportamenti che si sono sviluppati in questi anni: i gruppi Whatsapp sono un incubo a cui non si sfugge, c’è la costante paura di non essere aggiornata e di essere tagliate fuori. In paese, poi, c’è un doppio problema: conosci le mamme dei compagni di tuo figlio, sai più o meno tutto delle altre famiglie. E quando non sai, c’è sempre qualcuno che si fa carico di fartelo sapere”.
Anche se si parla di omicidi e misteri, il linguaggio di Chi si ferma è perduto è fresco, colorito e colloquiale. Che intento c’è dietro questa scelta linguistica e che funzione svolge l’ironia nella vostra scrittura?
(Malvaldi): “Mi reputo un umorista, e anche Samantha ha questo punto di vista abbastanza scanzonato sul mondo. Puoi scegliere se far ridere, piangere, arrabbiare o spaventare a partire dalle stesse cose, l’importante è creare un’emozione. C’era una comica americana anni ’50, Erma Bombeck, che diceva: se devo ridere penso alla mia vita sessuale, se devo piangere penso alla mia vita sessuale. L’importante è generare un’emozione… Scegliamo di far ridere perché ci piace, e anche perché questi sono morti di carta, sono modellini di realtà, queste persone non sono morte per davvero, ed è bene ricordarlo sempre.
Questa premessa ci aiuta a usare quella che è la capacità principe dell’essere umano: far finta che accadano cose, e usare le cose fittizie per capire il mondo reale”.
(Bruzzone): “Di solito è più difficile far ridere che piangere, è una sfida. Quando un lettore ci dice che lo abbiamo fatto ridere, lo reputiamo un bellissimo complimento”.
Chiudiamo con il saggio La molla e il cellulare. Com’è nato?
(Bruzzone): “Era un po’ che ragionavamo sul fatto che nostro figlio, che ha 13 anni, confonde scoperta e invenzione. Abbiamo pensato che valesse la pena chiarire questi concetti, pensando a un pubblico di ragazzi. Ci siamo chiesti quale sarebbe potuta essere una strada interessante, e abbiamo pensato che l’oggetto più tecnologico che i ragazzini hanno in mano è proprio il cellulare. Così siamo partiti da quello. Da lì, abbiamo scelto di procedere a ritroso e tornare alla molla, spiegando passo dopo passo i concetti fisici che ne hanno permesso la realizzazione, sperando di mantenere viva la curiosità dei ragazzi”.
(Malvaldi): “L’idea è stata di Samantha, non mia: io sono stato solo un mero esecutore di ordini!”.
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